Elogio funebre
Lunedì mattina mi è accaduta una cosa: appena uscito di casa sono stato morso alla mano destra, la mano con cui disegno, da un cane, grosso, nero e stupido, l’incubo del fumettista. Lì per lì mi sono detto: Tuono Pettinato ci farebbe senz’altro delle vignette divertenti! Poco dopo mentre mi facevo medicare è arrivata la notizia: un enorme cane, nero e stupidissimo, si è portato via Tuono. Andrea. Tuonino bello. Allora piangendo ho pensato: non sarà che son finito davvero dentro una delle storielle assurde, tenere e atroci di Tuono Pettinato?
Oggi sono quindi venuto qui a Pisa in questa bella chiesa medievale di San Michele degli Scalzi dove noto l’assenza di una pala d’altare dedicata a San Tuono dei Pettinati, ma presumo che si stia provvedendo (in effetti dopo la cerimonia, uscendo da Pisa in auto abbiamo incrociato un Apecar che trasportava una pala d’altare). Sono venuto a salutarlo un ultima volta come molti Superamici, colleghi e fan, con i quali poi, convinto di accompagnare il feretro al cimitero mi sono ritrovato invece in un bar a bere Estathé. Un avventore attempato, assistendo a questa invasione di facce ignote, mi ha chiesto cosa stessimo festeggiando, gli ho risposto che festeggiavamo il suo illustre concittadino Tippì. Concorderete con me che a questo punto la mia non poteva più essere soltanto una sensazione ma una certezza: il fumetto di Tuono in cui mi trovavo era più lungo del solito!
Ci stringiamo ai familiari in particolare alla Mamma di Tuono. La Mamma di Tuono, sentite come suona bene?
Signora Mamma di Tuono, probabilmente le hanno già detto in molti quanto fosse bravo, geniale suo figlio, il suo segno semplice e definitivo sarà sempre di ispirazione a molti di noi giovani e non, e la sua opera che è un classico istantaneo proprio come il nome che si era scelto, verrà letta e studiata negli anni a venire.
Tutto giusto e sacrosanto e da lui ampiamente previsto ma è tuttavia ancora poco paragonato alla gioia assoluta che provavamo ogni volta che, a Lucca Comics, al Comicon di Napoli, a Treviso o al Bilbolbul di Bologna, ovunque, si aveva il privilegio di incontrare lo sguardo buono, acutissimo e gigione di Andrea, sentirsi fare banali domandine con risvolto metafisico, parlare di qualunque stupidaggine, da John Ruskin alle vignette della SE. Soprattutto non è nulla paragonato al travolgente piacere sessuale che ci dava l’abbracciare il bellissimo corpicione da orsacchiotto del suo super figlio.
L’idea di non poterlo più fare è devastante ma rimane la coscienza di aver lungamente approfittato e beneficiato, tanto, poco, mai abbastanza, di questo grande privilegio, aver conosciuto Andrea, di poter vivere per sempre dentro le sue bellissime storielle a fumetti.
Per averci dato questo ragazzo fenomenale, carissima Mamma di Tuono, inconsolabili, dal profondo del cuore le diciamo grazie.