Sul sito “Milano città stato” è recentemente apparso un pezzo intitolato “Gli edifici da abbattere a Milano” in cui si segnalano manufatti considerati orrendi “per rendere più bella Milano”. In un raffazzonato elenco acchiappalike viene proposta la demolizione di vari edifici, mettendo insieme orrori (o perlomeno discutibili accrocchi) e capolavori, come la Torre al Parco di Vico Magistretti e Franco Longoni (non è solo un opinione personale, ai piedi della torre c’è da anni una targa che segnala un edificio di importanza storica). Questa imbecillità distruttrice non è certo un caso isolato anzi, a Milano in particolare, è una sorta di triste, ricorrente tradizione che, quando si combina con il potere (fascista, democristiano, berlusconiano, leghista, centrosinistro, fratelditaliota ecc…)ha già fatto e fa ancora parecchi disastri, vedi la recente foto sopra. Niente mi annoia di più di questo genere di violenza ignorante, ciclica e imbecille, tutt'altro che presupposto alla costruzione di cose belle ma semmai garanzia di nuovi orrori.
Nel 2019, lavorando sulla figura di Ettore Modigliani ho potuto apprezzare l’impegno eroico di questo simpatico funzionario nel preservare quella “Milano da abbattere” che anche allora, negli anni 30 del 900, si riteneva brutta, vecchia, d’intralcio ad una città più bella e moderna. Modigliani per questa sua appassionata puntigliosa e scomoda battaglia contro l’imbecillità in quel caso fascista, nonostante il suo prestigio internazionale, ci rimise il posto di Sovraintendente e Direttore di Brera.
Ecco, preferisco di gran lunga porre attenzione su ciò che va preservato proprio dagli imbecilli (è un termine tecnico non se ne abbiano quelli di MCS) sopradetti e da mille altri fattori e su chi ha compiuto e compie questo tipo di lavoro meno appariscente ma infinitamente più prezioso di salvaguardia attiva e intelligente, come Ettore Modigliani.