mercoledì 13 novembre 2019

Celestia























Sono tornato da Lucca con la solita manciata di libri da leggere, ma sono due quelli che mi hanno colpito e che ritengo uscite importanti, epocali, insomma, dei capolavori. Uno è quello di Seth, Clyde Fans, un "romanzo per immagini" di quasi 500 pagine, un lavoro di vent'anni, pubblicato in Italia da Coconino, di cui mi limito a riportare la "fascetta" di Chris Ware in quarta di copertina: "Seth è uno dei più grandi fumettisti mai esistiti e Clyde Fans è uno dei più grandi graphic novel mai realizzati. Che altro vi serve sapere?" punto.
Ho invece qualcosa (di probabilmente inutile) da dire su Celestia di Manuele Fior, che è un libro Oblomov bellissimo e importante, posso dirlo senza tema di smentite anche se ne ho letto soltanto la prima parte. Fior è qui un Autore maturo a massimo regime, fa ancora meglio di quanto aveva mostrato in 5000 Km e L'Intervista. In Celestia è tanto abile e ispirato che ben presto ci si dimentica degli aspetti tecnici, di quanto cazzo è bravo. Anche le citazioni i rimandi, passano in cavalleria, Fellini, Antonioni, Ballard, Miyazaki, l'amato F.L.Wright ecc. tanto intensa e tanto fisica, sensoriale, è questa esperienza di lettura.
Semplicemente si viene trascinati in questo posto coloratissimo, una laguna e una Venezia futura, a seguire i vagabondaggi di Dora e Pierrot.
Non succede un granché, siamo lì con questi due strani personaggi che incontrano altri strani personaggi, in questo posto pazzesco, a pelo d'acqua, i verdi cangianti, i muri rossi, sotto un cielo abbacinante, incredibilmente azzurro. Non c'è nessun bisogno di trame strutturate e complesse, sarebbero di peso, l'essenziale è esser lì con loro, a Celestia.
Questo libro a fumetti è importante perchè se Fior, con tenerezza, talento, tenacia e grande coraggio, riesce a immaginare e raccontare una fantascienza, un futuro possibile, diverso e non atroce, forse significa che possiamo ancora averne uno.
Anzi, sono convinto (sicuramente qualcun'altro ha espresso questo concetto in una forma migliore della mia) che le nostre possibilità di avere un futuro vivibile sono determinate proprio dalla capacità di alcuni di noi di immaginarlo e di costruirlo, esattamente come fa Fior.

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